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L'insolvenza è stata definita dalla legge fallimentare del '42 con una norma che, sul piano formale, non ha mai subito modifiche. A partire dagli anni Novanta, tuttavia, il concetto è stato sottoposto ad una profonda revisione critica, sia per quanto attiene ai suoi rapporti con le nozioni elaborate dalle scienze economiche ed aziendalistiche (in merito alle condizioni d'equilibrio economico, patrimoniale e finanziario dell'impresa), sia per quanto concerne i suoi esatti contorni in conteso diversi dalla dichiarazione di fallimento (l'insolvenza "civile" come causa di decadenza dal beneficio del termine nell'adempimento delle obbligazioni; l'insolvenza nella liquidazione coatta delle banche; la conoscenza dell'insolvenza nell'esercizio delle revocatone fallimentari, etc). Nelle recenti leggi di riforma, poi, il predetto concetto è stato affiancato da una serie d'altre nozioni (stato di crisi, stato di sovraindebitamento, difficoltà d'adempiere), che fungono da presupposti per i nuovi procedimenti. Il volume cerca di fare chiarezza in questa intricata materia, che è stata fonte d'innumerevoli equivoci, non solo quando si è trattato d'individuare le condizioni per l'accesso alle procedure concorsuali, ma anche quando si è cercato precisare la funzione e la disciplina dei singoli istituti.